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Obesità infantile: cosa ci dicono i dati
23 settembre 2019

Obesità infantile: cosa ci dicono i dati

Nell’ambito dell’iniziativa internazionale Cosi (“Childhood Obesity Surveillance Initiative”), è stata condotta una indagine su oltre 250 mila i bambini nelle scuole. Hanno partecipato 19 Paesi della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), tra cui l’Italia.

Sovrappeso e obesità

Dai risultati dell’indagine emerge che la prevalenza del sovrappeso variava dal 18% al 52% nei maschi e dal 13% al 43% nelle femmine mentre la prevalenza dell’obesità variava dal 6% al 28% tra i bambini e dal 4% al 20% tra le bambine.

Le percentuali tendono ad aumentare man mano che si scende nei Paesi dell’Europa meridionale.

Abitudini alimentari e sedentarietà

Sono state raccolte informazioni anche sulle abitudini alimentari e sull’attività fisica, aspetti strettamente legati allo squilibrio energetico che può portare i bambini ad essere in sovrappeso e obesi. I dati hanno dimostrato profonde differenze tra Paesi riguardanti soprattutto il tipo di alimenti più o meno salutari, mentre non sono state riscontrate differenze tra i maschi e le femmine all’interno di ogni singolo stato. Anche per quel che riguarda l’attività fisica si è notata un’importante differenza tra Paesi: andare a piedi a scuola, ma anche le attività fisiche in essa svolte e quelle sportive che i bambini dovrebbero svolgere in orari extra scolastici, variano di molto da Paese a Paese e, ancora, è il meridione a non essere molto attento a questi aspetti.

La situazione italiana

I bambini italiani sono, secondo la ricerca, tra i più grassi d'Europa: il maggior tasso di obesità infantile è tra i maschi (21% pari merito con Cipro) mentre si sale al 42% se ci aggiungiamo quelli in sovrappeso (solo Cipro fa peggio con il 43%). Le bambine italiane hanno inoltre uno dei tassi più alti di obesità e sovrappeso, il 38%.

Come detto in precedenza, sono proprio i paesi del meridone a registrare percentuali più alte, ma fortunatamente questi ultimi hanno cominciato a spendere, negli ultimi anni, nella prevenzione e nel controllo dell'obesità.

Altro aspetto che fa ben sperare, in Italia, è il consumo di frutta (secondo lo studio i bambini italiani la mangiano almeno a giorni alterni se non quasi tutti i giorni) e il ridotto consumo di cibi da fast food.

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